CONTESTO:
Nella parcellizzazione dei saperi, nel “disciplinamento” delle discipline, abbiamo pacificato le contraddizioni interne così come i moti di continuità tra i saperi, le assonanza, le similitudini che le attraversano e che le rendono parte di un tutto. Le abbiamo “pacificate”, rese meno “moleste”, meno pericolose. Normalizzate, direbbe Michel Foucault. Un’interpretazione della realtà e dei saperi in senso olistico, trandisciplinare, mira a superare queste divisioni, a restituire a guardare oltre la “smagliatura del reale” (e qui cito Luigi Ghirri) quella componente di unità profonda che attiene all’orine dei linguaggi e delle discipline Rispetto a questa interpretazione la transdisciplinarita’ RESTITUISCE COMPLESSITÀ . Rende i campi disciplinari nuovamente fluidi: l’approccio transdisciplinare ci permette di restituire alle discipline la loro FLUIDITA’ FONDATIVA.
Molti progetti nati nell’ambito dell’arte (e ancor più dell’architettura) contemporanea, sembrano orientati a restituire all’arte la possibilità di vedere “di più”. Penso a Birds, progetto realizzato a paliano (Zerynthia) in cui l’arte interagisce con l’ornitologia a partire da un’opera di Sol Lewitt che ospita la nidificazione degli uccelli. (dal One Hotel di Boetti, nel 1971, alla mostra Birds con interazione tra arte e ornitologia, al lavoro di Gianfranco Baruchello). D’altra parte è una “rivoluzione” che esperiamo tutti i giorni, la tecnologia la ha accolta in modo più efficace dell’arte: i nostri smartphone non sono strumenti transdisciplinari? Accolgono funzioni differenti in un unico strumento che ha una valenza ulteriore rispetto alla semplice somma delle singole funzioni. Se l’interazione con discipline come la danza, il teatro, la musica, ecc è ormai pienamente in essere nell’operatività artistica, la sfida sembra essere ora quella di far interagire campi del sapere differenti (arte con le scienze neurologiche, con la psicologia, con la politica, con l’agricoltura, con l’ornitologia, appunto…). È necessaria una visione non riduzionista, ma organica per affrontare le sfide che questo il modo contemporaneo pone, non solo alla politica, ma anche all’arte.
NUOVE SFIDE:
Come accogliere questo nuovo modo di pensare il sapere e le discipline in Italia? Le istituzioni si sono già interrogate in passato sui nuovi modi di conservazione di opere che superavano i confini linguistici classici (la performance, ad esempio), e ha per questo rivisto i criteri alla base del suo operare. È forse necessario oggi ripensare le FUNZIONI, il RUOLO, i CRITERI stessi degli operatori culturali.