Valentina Vetturi, (Reggio Calabria, 1979), lavora sul rapporto tra performance, scrittura e ricordo, al di là della dimensione privata e ricercando inattese possibilità visive.
Le voci e i personaggi che popolano le sue performance e installazioni sono veicoli di frammenti di realtà in apparenza molto distanti tra loro. Dai ghostwriters, ai direttori d’orchestra (in mancanza di orchestra), ai ricordi sonori di malati di Alzheimer, fino alla scomparsa di Ettore Majorana, messa in scena in una partita di scacchi, essi si muovono al confine tra presenza e assenza, interpreti invisibili del mondo che ci circonda.
Lunghi processi preparatori sono all'origine delle opere di Valentina Vetturi, la cui forma finale, dalla scena teatrale alla performance quotidiana su un treno pendolare, dal racconto sonoro alla scrittura come segno, esclude qualsiasi cornice linguistica data.
Ha partecipato a residenze in Italia e all'estero e esposto le sue opere in istituzioni pubbliche e private, tra cui: MAXXI (Roma), Tranzit.ro (Bucharest), Istituto Svizzero (Roma), Fondazione Sandretto (Torino), MACRO (Roma), Festival di Santarcangelo di Romagna (Rimini), Kunsthalle Göppingen (DE), Auditorium (Roma), Spazio Salenbauch (Venezia), Viafarini (Milano), FAAP (San Paolo), Galleria Marilena Bonomo (Bari).
Nel 2016 sarà in residenza presso Embassy for Foreign Artist a Ginevra.