PROPOSTE
- Autodeterminazione del sistema dell’arte, affinché l’arte contemporanea rientri nel tessuto sociale quotidiano in maniera molto più radicata tramite un programma di democratizzazione della cultura - come un tempo era anche in Italia e come avviene tutt’oggi in molti paesi grazie al riconoscimento del ruolo sociale dell’artista e di tutti gli addetti culturali.
- Mappatura e monitoraggio delle realtà positive che esistono nel nostro Paese, riscoprendo le specificità di luoghi e situazioni e le peculiarità del nostro territorio (e anche del suo mercato). In quanto piattaforma relazionale di incontro e di scambio, il network che si è creato grazie al Forum dell’arte contemporanea italiana potrebbe essere in tal senso primo, fondamentale passo e giovane eredità da potenziare.
- Avvio del processo per ristabilire le responsabilità politiche e attivare i giusti interlocutori politici (ad esempio la Direzione Generale Arte e Architettura Contemporanea e Periferie Urbane del MIBACT).
- Rafforzamento delle politiche culturali, incrementando i finanziamenti alla produzione d’arte (intesa nel senso più ampio possibile) per permettere così agli addetti culturali di poter agire in un contesto e all’interno di un dialogo competitivo a livello internazionale - senza per questo dover applicare il sistema politico di un paese ad un altro, dove l’atto di traduzione in tal senso risulterebbe fin da principio fallimentare.
- Allo stesso tempo e parallelamente, ribadire e mantenere una distanza tra i tempi culturali e i tempi politici, ovvero una di-sincronia tra la politica culturale e la politica in senso stretto. Interlocutore primario in tale percorso potrebbe essere il Comitato Fondazioni Arte Contemporanea Italiani, soggetto che si pone a “metà strada” e da “vaso comunicante” tra la realtà privata delle gallerie commerciali e quella pubblica dei musei istituzionali.
- Da ciò deriva la necessità di lavorare ed agire dal basso creando sinergie di idee e di intenti attraverso una moltiplicazione degli echi e delle energie, senza dover aspettare le mosse e i tempi della politica ma invece mettendo in moto progetti che si possano auto-sostenere - ad esempio attraverso un articolato sistema virale di contenuti e/o addirittura ipotizzando di sradicare il sistema economico vigente agendo invece su modelli più sostanziali non basati necessariamente sul denaro.